Dīgha Nikāya
Lohicca Sutta
12. A Lohicca
Così ho sentito. Una volta il Sublime viaggiava fra i Kosala con una grande comunità di monaci— quasi 500 monaci—ed arrivò a Salavatika. In quel tempo il bramano Lohicca governava Salavatika grazie ad una concessione data dal Re Pasenadi del Kosala.
Ora una falsa teoria era sorta in lui: “Se un bramano o un asceta avesse conosciuto una retta dottrina non dovrebbe dichiararla a nessuno, tanto che cosa può fare una persona per un’altra? Come se, avendo tagliato un vecchio legame, uno ne facesse un altro. Tale atto è avido? In fondo che cosa può fare una persona per un’altra?”
Quindi Lohicca sentì dire, “Gotama l’asceta—il figlio dei Sakya, avendo lasciato la casta dei Sakya— viaggia fra i Kosala con una grande comunità di monaci— quasi 500 monaci—ed è arrivato a Salavatika. Del Maestro Gotama si dice: ‘E’ davvero un Sublime, degno, completamente risvegliato, completo nella conoscenza e nella condotta, un conoscitore del cosmo, un maestro insuperato, maestro di esseri umani e divini, illuminato, Glorioso. Egli ha conosciuto— attraverso la conoscenza diretta—questo mondo coi suoi deva, Mara e Brahma, con le sue generazioni di asceti e bramani e persone comuni; ha esposto il Dhamma ammirabile all’inizio, ammirabile nel mezzo, ammirabile alla fine; ha esposto la vita santa nei suoi dettagli e nella sua essenza, completamente perfetta, eccellentemente pura. è utile incontrarlo.’”
Quindi Lohicca chiamò Rosika e gli disse: “Caro Rosika, vada da Gotama l’asceta e gli chieda se è libero dalla malattia, dall’afflizione, da preoccupazioni, e poi gli dica: ‘Può il Maestro Gotama, insieme con la comunità di monaci acconsentire al pasto di domani col bramano Lohicca?’”
“Come desidera, signore.”—rispose Rosika al bramano Lohicca. Così si recò dal Sublime e dopo averlo salutato con riverenza si sedette ad un lato. Appena seduto, disse al Sublime : “Il bramano Lohicca, signore, chiede se il Sublime è libero da malattia, da afflizione e da preoccupazioni. E poi chiede se il Sublime, insieme con la comunità di monaci, possa acconsentire al pasto di domani col bramano Lohicca “Il Sublime acconsentì in silenzio.
Quindi Rosika, capendo il beneplacito del Sublime, si alzò dal suo posto, lo salutò con un inchino e ritornò dal bramano Lohicca. Appena arrivato gli disse: “Ho informato il Sublime delle sue parole. Il Sublime ha acconsentito.”
Verso l’alba, il bramano Lohicca, dopo aver preparato il pasto disse a Rosika: “Caro Rosika. Vada da Gotama l’asceta e gli annunci: ‘E’ ora, Maestro Gotama. Il pasto è pronto.’”
“Come desidera, signore”—rispose Rosika e così fece.
Quindi il Sublime, di mattina presto, preso mantello e scodella, si recò con la comunità di monaci a Salavatika.
Nel frattempo, Rosika seguendo il Sublime gli disse: “Maestro, una falsa teoria è sorta al bramano Lohicca: ‘Se un bramano o un asceta avesse conosciuto una retta dottrina non dovrebbe dichiararla a nessuno, tanto che cosa può fare una persona per un’altra? Come se, avendo tagliato un vecchio legame, uno ne facesse un altro. Tale atto è avido? In fondo che cosa può fare una persona per un’altra?” Sarebbe bene se il Sublime convincesse il bramano Lohicca che questa è una falsa teoria.”
“Forse sarà così, Rosika.”
Quindi il Sublime si recò nella casa di Lohicca. Appena arrivato, si sedette al posto preparato. Il bramano Lohicca, personalmente servì il Sublime e la comunità dei monaci con cibi di prima scelta. Dopo il pasto, il bramano Lohicca si sedette ad un lato. Appena seduto, il Sublime gli disse: “è vero, Lohicca che una falsa teoria ti è sorta? Cioè: ‘Se un bramano o un asceta avesse conosciuto una retta dottrina non dovrebbe dichiararla a nessuno, tanto che cosa può fare una persona per un’altra? Come se, avendo tagliato un vecchio legame, uno ne facesse un altro. Tale atto è avido? In fondo che cosa può fare una persona per un’altra?”
“Sì, Maestro Gotama.”
“Dimmi, Lohicca. Non regni su Salavatika?”
“Sì, Maestro Gotama.”
“Ora, supponiamo che qualcuno dicesse: ‘Il bramano Lohicca regna su Salavatika. Egli dovrebbe consumare da solo i redditi di Salavatika, e non dividerli con altri.’ Chi parla in questo modo creerebbe degli ostacoli ai tuoi sudditi, o no?”
“Certamente, Maestro Gotama.”
“E, chi crea degli ostacoli è comprensivo del benessere dei sudditi?”
“No, Maestro Gotama.”
“La mente di costui è piena di compassione o di avversione?”
“Di avversione, Maestro Gotama.”
“Quando la mente è piena di avversione, nascono false teorie o rette teorie?”
“False teorie, Maestro Gotama.”
“Ora, credere in una falsa teoria, Lohicca, ti dico, ci sono due destinazioni: inferno o regno animale.
Dimmi, Lohicca. Il Re Pasenadi del Kosala regna su Kasi e Kosala?”
“Sì, Maestro Gotama.”
“Ora, supponiamo che qualcuno dicesse: ‘Il Re Pasenadi del Kosala regna su Kasi e Kosala. Egli dovrebbe consumare da solo le ricchezze di Kasi e Kosala, e non dividerli con altri.’ Chi parla in questo modo creerebbe degli ostacoli ai suoi sudditi, o no?”
“Certamente, Maestro Gotama.”
“E, chi crea degli ostacoli è comprensivo del benessere dei sudditi?”
“No, Maestro Gotama.”
“La mente di costui è piena di compassione o di avversione?”
“Di avversione, Maestro Gotama.”
“Quando la mente è piena di avversione, nascono false teorie o rette teorie?”
“False teorie, Maestro Gotama.”
“Ora, credere in una falsa teoria, Lohicca, ti dico, ci sono due destinazioni: inferno o regno animale.
“Ora, ad uno con una falsa teoria, Lohicca, io gli dico, ci sono due destinazioni: inferno o l’utero animale.
Allora, Lohicca, se qualcuno dicesse: ‘Il bramano Lohicca regna su Salavatika. Egli dovrebbe consumare da solo le ricchezze di Salavatika, e non dividerli con altri’, parlando così, sarebbe un creatore di ostacoli per i suoi sudditi. Essendo un creatore di ostacoli, non sarebbe comprensivo del loro benessere. Uno non comprensivo del loro benessere, la mente sarebbe piena d’avversione per loro. Quando la mente è piena d’avversione, c’è falsa teoria. Per uno con una falsa teoria ci sono due destinazioni: inferno o l’utero animale. Allo stesso modo, se chiunque dicesse: ‘Supponiamo che un bramano o un asceta arrivi ad una retta dottrina. Essendo arrivato ad una retta dottrina, non dovrebbe dichiararla a nessuno, tanto che cosa può fare una persona per un’altra? Sarebbe come se, avendo tagliato un vecchio legame, uno ne facesse un altro. Tale cosa è cattiva, avido atto, affermare che cosa può fare una persona per un’altra?—parlando così, sarebbe un creatore di ostacoli per coloro che giunti alla dottrina e alla disciplina rivelata dal Tathagata raggiungono il frutto della corrente, il frutto del ritorno, il frutto del non ritorno, il frutto dell’arahant. Essendo un creatore di ostacoli, non sarebbe comprensivo del loro benessere. Uno non comprensivo del loro benessere, la mente sarebbe piena di avversione per loro. Quando la mente è piena di avversione, c’è falsa teoria. Ad uno con falsa teoria, io gli dico, ci sono due destinazioni: l’inferno o l’utero animale.
(…)
Lohicca, ci sono questi tre tipi di maestri che sono degni di biasimo. Quali tre?
Quando un maestro non ha raggiunto la meta della vita ascetica, per cui non avendo raggiunto quella meta della vita ascetica, insegna ai suoi discepoli: ‘Questo è per il vostro benessere. Questo è per la vostra felicità.’ I suoi discepoli non ascoltano, non prestano orecchio, non raggiungono la conoscenza. Praticano in modo errato gli insegnamenti del maestro. è come se un uomo amando [una donna] ne abbracciasse un’altra. Tale azione è cattiva, avido atto.’ Questo è il primo tipo di maestro degno di biasimo.
Ancora, quando un maestro non ha raggiunto la meta della vita ascetica, per cui non avendo raggiunto quella meta della vita ascetica, insegna ai suoi discepoli: ‘Questo è per il vostro benessere. Questo è per la vostra felicità.’ I suoi discepoli ascoltano, prestano orecchio, conoscono e praticano in modo retto gli insegnamenti del maestro. è come se un uomo, trascurando il proprio campo, immagina di pulire dalle erbacce un altro campo. Tale azione è cattiva, avido atto.’ Questo è il secondo tipo di maestro degno di biasimo.
Ancora, quando un maestro ha raggiunto la meta della vita cascetica, per cui avendo raggiunto quella meta della vita ascetica, insegna ai suoi discepoli: ‘Questo è per il vostro benessere. Questo è per la vostra felicità.’ I suoi discepoli non ascoltano, non prestano orecchio, non raggiungono la conoscenza. Praticano in modo errato i suoi insegnamenti. è come se, avendo tagliato un vecchio legame, uno se ne crea uno nuovo. Tale azione è cattiva, avido atto.’ Questo è il terzo tipo di maestro degno di biasimo.
Detto questo, il bramano Lohicca disse al Sublime: “Ma c’è, Maestro Gotama, un maestro degno di questo nome?”
“C’è, Lohicca, un maestro degno di questo nome.”
“Ma quale maestro, Venerabile Gotama, è degno di questo nome?”
Quando, Lohicca, un Tathagata appare nel mondo, degno e perfettamente risvegliato. Egli insegna il Dhamma ammirabile all’inizio, ammirabile nel mezzo, ammirabile alla fine. Egli proclama la vita santa nei suoi dettagli e nella sua essenza, completamente perfetta, eccellentemente pura.
Un capofamiglia o il figlio di un capofamiglia, ascoltando il Dhamma riflette: ‘La vita di famiglia è confinata, un percorso polveroso. La vita santa è come l’aria aperta. Vivendo a casa non posso praticare la vita santa totalmente perfetta, totalmente pura, come un guscio levigato. Così se radessi capelli e barba, vestissi l’abito ocra e lasciassi la vita di famiglia per l’ascetismo? ‘
Così dopo un po’ di tempo abbandona la sua ricchezza, grande o piccola; lascia il suo cerchio di parenti, grande o piccolo; rade capelli e barba, veste l’abito ocra e lascia la vita di famiglia per l’ascetismo.
Così vive seguendo le regole del codice monastico. Completo in virtù, protegge le porte dei suoi sensi, pieno di presenza mentale e vigile, ed è contento.
Abbandono degli Ostacoli
Dotato di questo nobile aggregato di virtù, questo nobile controllo delle facoltà dei sensi, questa nobile presenza mentale e questa nobile contentezza, cerca un luogo isolato: una foresta, l’ombra di un albero, una montagna, una gola, una caverna, una grotta, un boschetto, all’aria aperta, un pagliaio. Dopo il pasto, di ritorno dalla questua, siede con le gambe incrociate e mantiene il suo corpo eretto e la sua presenza mentale vigilante.
Abbandonando la cupidigia nei riguardi del mondo, egli dimora con una consapevolezza priva di cupidigia. Purifica la sua mente dalla cupidigia. Abbandonando la cattiva volontà e l’ira, egli dimora con una consapevolezza priva di cattiva volontà, rivolto al benessere di tutti gli esseri viventi. Purifica la sua mente dalla cattiva volontà e dall’ira. Abbandonando il torpore e l’indolenza, egli dimora con una consapevolezza priva di torpore ed indolenza, mentalmente presente, vigile, capace di percepire l’illuminazione mentale. Purifica la sua mente dal torpore e dall’indolenza. Abbandonando l’agitazione e l’ansia, egli dimora imperturbato, la sua mente internamente calma. Purifica la sua mente dall’agitazione e dall’ansia. Abbandonando il dubbio, egli dimora oltre l’incertezza, senza perplessità nei riguardi delle qualità mentali salutari. Purifica la sua mente dal dubbio.
Quando questi cinque ostacoli, esistenti in lui, non sono abbandonati, il monaco li considera come un debito, una malattia, una prigione, una schiavitù, una strada in una regione disabitata. Ma quando questi cinque ostacoli, esistenti in lui, sono abbandonati, li considera come una mancanza di debiti, una buona salute, una liberazione dalla prigione, un’indipendenza, un posto sicuro. Vedendo che sono stati abbandonati, ne è contento. Contento, ne è estasiato. Estasiato, il suo corpo si tranquillizza. Con il corpo tranquillo, è sensibile al piacere. Provando del piacere, la sua mente si concentra.
I Quattro Jhana
Completamente privo di sensualità, privo di qualità mentali nocive, egli entra e dimora nel primo assorbimento meditativo (jhāna): nato dal distacco, accompagnato dal pensiero distraente e dalla focalizzazione iniziale, pieno di gioia e di piacere. Egli compenetra e pervade, riempie e satura interamente questo corpo di estasi e di piacere nati dal distacco. Come un esperto barbiere o un suo garzone versa polvere di sapone in un bacile di metallo, la impregna d’acqua, la mescola e la strofina, in modo che sia completamente inumidita, satura dentro e fuori, senza farla gocciolare; allo stesso modo, il monaco impregna… interamente questo corpo di gioia e di piacere nati dal distacco. Non vi è una minima parte del suo corpo che non sia impregnata dalla gioia e dal piacere nati dal distacco.
Inoltre, avendo calmato sia il pensiero distraente sia la focalizzazione iniziale, raggiunta la serenità interiore, egli entra e dimora nel secondo assorbimento meditativo: nato dalla calma e dalla piena concentrazione privo del pensiero distraente e della focalizzazione iniziale, pieno d’estasi e di piacere. Egli compenetra e pervade, riempie e satura interamente questo corpo di estasi e di piacere nati dalla calma. Così come un lago con una sorgente sotterranea, non avendo affluenti da est, da ovest, da nord o da sud, riempito a volte da piogge abbondanti, in modo che la sorgente d’acqua sotterranea fuoriesca e completamente lo compenetri, lo imbeva, lo riempia e lo saturi d’acqua fresca, in modo che nessuna parte di esso ne sia priva; allo stesso modo, il monaco impregna… interamente questo corpo d’estasi e di piacere nati dalla calma. Non vi è una minima parte del suo corpo che non sia impregnata dall’estasi e dal piacere nati dalla calma.
Inoltre, con il venir meno dell’estasi, egli rimane equanime, mentalmente presente e consapevole, e fisicamente sensibile al piacere. Egli entra e dimora nel terzo assorbimento meditativo di cui i Nobili dichiarano: ‘Equanime e consapevole, egli dimora nel piacere.’ Egli compenetra e pervade, riempie e satura interamente questo corpo di piacere privo di estasi. Come in uno stagno con piante di loto, alcuni fiori, nascono e si sviluppano nell’acqua, rimangono immersi nell’acqua e si nutrono dal fondo, così che le loro radici sono compenetrate, impregnate, imbevute e sature d’acqua; allo stesso modo, il monaco impregna… interamente questo corpo di piacere privo di estasi. Non vi è una minima parte del suo corpo che non sia impregnata di piacere privo di estasi.
Inoltre, dopo aver abbandonato il piacere e il dolore—con la precedente scomparsa della gioia e del dolore– egli entra e dimora nel quarto assorbimento meditativo: purezza dell’equanimità e della presenza mentale, né piacere né dolore. Si siede, permeando il corpo di una pura e chiara presenza mentale. Così come se un uomo si fosse seduto avvolto dalla testa ai piedi da un telo bianco, così che non la minima parte del corpo rimanesse scoperta; allo stesso modo, il monaco si siede, permeando il corpo di una pura e chiara presenza mentale. Non vi è una minima parte del suo corpo che non sia permeata da una pura e chiara consapevolezza.
Conoscenza penetrativa
Con la mente così concentrata, purificata e chiara, senza macchia, libera da impurità, agile, malleabile, salda e imperturbabile, egli la dirige e l’orienta verso la conoscenza e la visione. Egli discerne: ‘Questo mio corpo è dotato di forma, composto dai quattro elementi primari, nato da madre e padre, nutrito di riso e di semola, soggetto all’impermanenza, a preoccupazioni, a sollecitazioni, alla dissoluzione ed alla dispersione. E questa mia coscienza è in questo mondo sostenuta e vincolata.’ Come se uno splendido gioiello di béryl—ad otto faccette, ben ripulito, chiaro, lucente, perfetto in ogni suo verso, con all’interno un riflesso blu, giallo, rosso, bianco o bruno—fosse osservato da un uomo di buona vista, che così riflette: ‘Questo è uno splendido gioiello di béryl, ad otto faccette, ben ripulito, chiaro, lucente, perfetto in ogni suo verso, con all’interno un riflesso blu, giallo, rosso, bianco o bruno.’ Allo stesso modo—la sua mente così concentrata, purificata e chiara, senza macchia, libera da impurità, agile, malleabile, salda e imperturbabile, la dirige e l’orienta verso la conoscenza e la visione. Egli discerne: ‘Questo mio corpo è dotato di forma, composto dai quattro elementi primari, nato da madre e padre, nutrito di riso e di semola, soggetto all’impermanenza, a preoccupazioni, a sollecitazioni, alla dissoluzione ed alla dispersione. E questa mia coscienza è in questo mondo sostenuta e vincolata.’
Il Corpo fatto dalla Mente (La mente fatto dal corpo)
Con la mente così concentrata, purificata e chiara, senza macchia, libera da impurità, agile, malleabile, salda e imperturbabile, egli la dirige e l’orienta a creare un corpo fatto di mente. Da questo corpo egli crea un altro corpo, dotato di forma, fatto di mente, completo in ogni sua parte, nel pieno delle sue facoltà. Come se un uomo, traendo una freccia dalla faretra, pensasse: ‘Questa è la faretra, questa è la freccia. La faretra è una cosa, la freccia un’altra, ma la freccia è stata tratta dalla faretra.’ O come se un uomo, traendo una spada dalla guaina, pensasse: ‘Questa è la spada, questa è la guaina. La spada è una cosa, la guaina un’altra, ma la spada è stata tratta dalla guaina.’ O come se un uomo, togliendo un serpente dalla sua muta, pensasse: ‘Questo è il serpente, questa è la muta. Il serpente è una cosa, la muta un’altra, ma il serpente è stato tolto dalla muta.’ Allo stesso modo—con la mente così concentrata, purificata e chiara, senza macchia, libera da impurità, agile, malleabile, salda e imperturbabile, il monaco la dirige e l’orienta a creare un corpo fatto di mente. Da questo corpo egli crea un altro corpo, dotato di forma, fatto di mente, completo in ogni sua parte, nel pieno delle sue facoltà.
Poteri sovrumani
Con la mente così concentrata, purificata e chiara, senza macchia, libera da impurità, agile, malleabile, salda e imperturbabile, egli la dirige e l’orienta verso i poteri sovrumani. Egli controlla molteplici poteri sovrumani. Essendo stato uno diventa molti; essendo stato molti diventa uno. Appare. Svanisce. Attraversa muri, pendii e montagne come se fossero spazio vuoto. Si immerge e fuoriesce dalla terra come se fosse acqua. Cammina sull’acqua senza affondare come se fosse terraferma. Con le gambe incrociate si libra in aria come un uccello. Con la sua mano tocca ed accarezza persino il sole e la luna così grandiosi e potenti. Egli esercita la propria influenza sino ai mondi lontani di Brahma. Come un abile vasaio o il suo apprendista ricava vasi da un pezzo di creta o argilla, o come un abile scultore di avorio o il suo apprendista ricava dall’avorio ogni tipo di oggetti, o come un abile orafo o il suo apprendista ricava dall’oro ogni tipo di oggetti d’oro; allo stesso modo—con la mente così concentrata, purificata e chiara, senza macchia, libera da impurità, agile, malleabile, salda e imperturbabile.—il monaco la dirige e l’orienta verso i poteri sovrumani… Egli esercita la propria influenza sino ai mondi lontani di Brahma.
Con la mente così concentrata, purificata e chiara, senza macchia, libera da impurità, agile, malleabile, salda e imperturbabile, egli la dirige e l’orienta verso l’udito divino. Egli sente—per mezzo dell’udito divino, purificato e sovrumano—i due tipi di suoni: divini ed umani, sia da vicino sia da lontano. Come se un uomo, viaggiando lungo una strada, sentisse i suoni di timpani, di piccoli tamburi, di trombe, di cembali, e di altri strumenti. Egli così riconosce: ‘Questo è il suono dei timpani, questo è il suono dei piccoli tamburi, questo è il suono delle trombe, questo è il suono dei cembali e così via’. Allo stesso modo—con la mente così concentrata, purificata e chiara, senza macchia, libera da impurità, agile, malleabile, salda e imperturbabile—il monaco la dirige e l’orienta verso l’udito divino. Egli sente—per mezzo dell’udito divino, purificato e sovrumano—i due tipi di suoni: divini ed umani, sia da vicino sia da lontano.
Leggere la mente
Con la mente così concentrata, purificata e chiara, senza macchia, libera da impurità, agile, malleabile, salda e imperturbabile, egli la dirige e l’orienta verso la conoscenza dei pensieri altrui. Conosce i pensieri d’altri esseri, di altre persone. Egli discerne una mente con cupidigia come una mente con cupidigia, ed una mente senza cupidigia come una mente senza cupidigia. Discerne una mente con avversione come una mente con avversione, ed una mente senza avversione come una mente senza avversione. Discerne una mente con illusione come una mente con illusione, ed una mente senza illusione come una mente senza illusione. Discerne una mente limitata come una mente limitata, ed una mente confusa come una mente confusa. Discerne una mente ampia come una mente ampia, ed una mente inerte come una mente inerte. Discerne una mente superiore [non ad un livello sublime] come una mente superiore, ed una mente inferiore come una mente inferiore. Discerne una mente concentrata come una mente concentrata, ed una mente non concentrata come una mente non concentrata. Discerne una mente liberata come una mente liberata, ed una mente non liberata come una mente non liberata. Come se una ragazza—o un ragazzo—amante della bellezza, mirandosi allo specchio, notasse delle impurità o dei difetti sul proprio viso se vi fossero. Allo stesso modo—con la mente così concentrata, purificata e chiara, senza macchia, libera da impurità, agile, malleabile, salda e imperturbabile—il monaco la dirige e l’orienta verso la conoscenza dei pensieri altrui. Conosce i pensieri d’altri esseri, di altre persone. Egli discerne una mente con cupidigia come una mente con cupidigia, ed una mente senza cupidigia come una mente senza cupidigia… una mente liberata
Ricordo delle vite passate
Con la mente così concentrata, purificata e chiara, senza macchia, libera da impurità, agile, malleabile, salda e imperturbabile, egli la dirige e l’orienta verso la conoscenza del ricordo delle precedenti esistenze. Egli è memore delle sue molteplici esistenze passate, una nascita, due nascite, tre nascite, quattro, cinque, dieci, venti, trenta, quaranta, cinquanta, cento, mille, centomila, innumerevoli evi cosmici [ricorda]: “Là avevo tale nome, appartenevo a quella famiglia, avevo tale sembianza. Tale era il mio cibo, i miei piaceri e le mie sofferenze, così fu la fine della mia vita. Trapassando da quello stato, rinacqui in un’altra esistenza. In quell’altra esistenza avevo tale nome, appartenevo a quella famiglia, avevo tale sembianza. Tale era il mio cibo, i miei piaceri e le mie sofferenze, così fu la fine della mia vita Trapassando da quell’esistenza, rinacqui in questo mondo, e così via.’ Così egli è memore delle sue molteplici esistenze passate, ognuna in ogni particolare e dettaglio. Come se un uomo andasse dal suo villaggio ad un altro villaggio, e poi da questo villaggio ad un altro villaggio, e poi da questo tornasse di nuovo al suo villaggio. Così riflette: ‘Sono tornato al mio villaggio dopo essere stato in quel villaggio. In quel villaggio così stavo in piedi, così mi sedevo, così parlavo e restavo silenzioso. Da quel villaggio mi sono recato a quest’altro villaggio, e così stavo in piedi, così mi sedevo, così parlavo e restavo silenzioso. Da quel villaggio sono ritornato al mio.’ Allo stesso modo—con la mente così concentrata, purificata e chiara, senza macchia, libera da impurità, agile, malleabile, salda e imperturbabile—il monaco la dirige e l’orienta verso la conoscenza del ricordo delle precedenti esistenze. Egli è memore delle sue molteplici esistenze passate… in ogni dettaglio.
La scomparsa e la riapparizione degli esseri
Con la mente così concentrata, purificata e chiara, senza macchia, libera da impurità, agile, malleabile, salda e imperturbabile, egli la dirige e l’orienta verso la conoscenza dell’apparire e sparire degli esseri. Egli vede—con l’occhio divino, purificato e sovrumano—gli esseri sparire e riapparire, discerne se sono volgari e nobili, belli e brutti, felici e infelici in base al loro kamma: ‘Questi esseri—non retti in condotta fisica, verbale e mentale, che ingiuriavano i Nobili, avevano false visioni ed agivano sotto la loro influenza—alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, sono riapparsi, in una cattiva destinazione, nei mondi inferiori, nei reami infernali. Ma questi esseri—retti in condotta fisica, verbale e mentale, che non ingiuriavano i Nobili ed avevano rette visioni ed agivano sotto la loro influenza—alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, sono riapparsi in buone destinazioni, nei reami celesti.’ Così—con l’occhio divino, purificato e sovrumano—vede gli esseri sparire e riapparire e discerne se sono volgari e nobili, belli e brutti, felici e infelici in base al loro kamma.
La fine delle fermentazioni mentali
Con la mente così concentrata, purificata e chiara, senza macchia, libera da impurità, agile, malleabile, salda e imperturbabile, egli la dirige e l’orienta verso la conoscenza della distruzione degli influssi mentali impuri. Egli discerne che ‘Questo è il dolore… Questa è l’origine del dolore… Questa è la cessazione del dolore… Questo è il sentiero che conduce alla cessazione del dolore… Questa è l’origine degli influssi mentali impuri… Questa è la cessazione degli influssi mentali impuri… Questo è il sentiero che conduce alla cessazione degli influssi mentali impuri.’ La sua mente, perfetta in conoscenza e visione, è liberata dagli influssi impuri della sensualità, dagli influssi impuri del divenire, dagli influssi impuri dell’ignoranza. Con la liberazione, c’è la conoscenza: ‘Il risveglio.’ Egli discerne che ‘La nascita è distrutta, la vita santa è stata vissuta, compiuto l’opera. Non ci sarà più alcuna rinascita in questo mondo.’
Detto questo, il bramano Lohicca disse al Sublime: “Signore Gotama, è come se un uomo, dopo aver afferrato per i capelli un altro uomo che stava precipitando nella buca dell’inferno, lo tirasse su e lo mettesse sulla terraferma. Allo stesso modo, il Maestro Gotama mi ha tirato su quando stavo precipitando nella buca dell’inferno e mi ha messo sulla terraferma. Magnifico, Maestro Gotama! Magnifico! Prendo rifugio nel Maestro Gotama, nel Dhamma e nella comunità dei monaci. Maestro Gotama ricordatemi come un seguace laico, da questo giorno e per la vita.”