Dīgha Nikāya

Tevijja Sutta

13. La Triplice Conoscenza

Così ho sentito. Una volta il Beato viaggiava per il Kosala con una grande comunità di circa 500 monaci. Giunse ad un villaggio brahmano del Kosala chiamato Manasakata, e dimorò nel nord del villaggio in un boschetto di mango sulle rive del fiume Aciravati.

In quel tempo molti brahmani, prosperi e famosi, vivevano a Manasakata, come Canki, Tarukkha, Pokkharasati, Janussoni e Toddeyya.

Ora, durante una passeggiata riflessiva (dopo il bagno), nacque una conversazione tra Vasettha e Bharadvaja sui retti e falsi sentieri.

Il giovane brahmano Vasettha disse: “Questo è l’unico retto sentiero, la diretta via per la salvezza che conduce, chi la segue, all’unione con Brahma, come insegnato dal bramano Pokkharasati.”

Il giovane brahmano Bharadvaja rispose: “Questo è l’unico retto sentiero, la diretta via per la salvezza che conduce, chi la segue, all’unione con Brahma, come insegnato dal bramano Tarukkha.”

Ma Vasettha non riuscì a convincere Bharadvaja, né Bharadvaja riuscì a convincere Vasettha.

Allora Vasettha disse a Bharadvaja: “L’asceta Gotama dimora nel nord del villaggio, … e questo Beato gode di una buona reputazione. Così dicono di lui: “Questo Signore Benedetto è un Arahant, un Perfettamente e Completamente Illuminato, con perfetta conoscenza e condotta, il Glorioso, conoscitore del cosmo, maestro insuperabile di coloro che vogliono essere istruiti, maestro di esseri umani e divini, un Buddha, un Beato. Egli proclama questo mondo con i suoi dei, i suoi Mara, i suoi Brahma, i suoi asceti e i suoi brahmani, i suoi re e le sue genti, dopo averlo conosciuto da solo mediante la perfetta conoscenza. Egli insegna il Dhamma ammirevole all’inizio, nel mezzo e alla fine. Egli proclama la vita santa nella sua completezza ed essenza, interamente perfetta, colma di purezza.” Sarebbe utile conoscere questo Arahant. Rechiamoci, dunque, dall’asceta Gotama e chiediamo a lui, e ciò che ci dirà, noi lo accetteremo.” Bharadvaja acconsentì.

Così entrambi si recarono dal Sublime. Dopo aver scambiato cortesi saluti con lui, si sedettero ad un lato, e Vasettha disse: “Venerabile Gotama, mentre stavamo passeggiando, avemmo una discussione sui retti e falsi sentieri. Io dissi: “Questo è l’unico retto sentiero, … come insegnato dal bramano Pokkharasati.”, e Bharadvaja disse: “Questo è l’unico retto sentiero, … come insegnato dal bramano Tarukkha.” Questa è la nostra disputa, la nostra controversia, la nostra diversità.

“Così, Vasettha, tu affermi che la via per l’unione con Brahma è stata insegnata dal brahmano Pokkharasati, mentre Bharadvaja dice che è stata insegnata dal brahmano Tarukkha. Qual è la disputa, la controversia, la diversità in tutto questo?”

“I retti e falsi sentieri, Venerabile Gotama. Vi sono così tanti brahmani che insegnano differenti sentieri: i brahmani Addhariya, Tittiriya, Chandoka, CVhandava, Brahmacariya—tutti questi sentieri conducono all’unione con Brahma? Come se ci fossero tante strade in un villaggio o in una città che conducono ad un solo luogo. Allo stesso modo le vie dei vari brahmani … conducono all’unione con Brahma?”

“Tu dici che tutti sono retti sentieri, Vasettha?”—“Sì, venerabile Gotama.”

Ma, Vasettha, vi è allora un solo brahmano fra questi esperto nei Tre Veda che abbia visto Brahma da vicino?”—“No, venerabile Gotama.”

“Allora il maestro dei maestri di qualcuno di loro ha visto Brahma da vicino?”—“No,venerabile Gotama.”

“Allora qualche loro antenato fino alla settima generazione ha visto Brahma da vicino?”—“No, venerabile Gotama.”

“Bene, Vasettha, quegli antichi saggi dei brahmani esperti nei Tre Veda, autori di versi, commentatori di versi, i cui versi sono ancora oggi recitati, cantati e composti da brahmani, come Atthaka, Vamaka, Vamadeva, Vessamitta, Yamataggi, Angirasa, Bharadvaja, Vasettha, Kassapa, Bhagu, i quali dicono: “Sappiamo e vediamo quando, come e dove appare Brahma?” “No, venerabile Gotama.”

“Allora, Vasettha, nessuno di questi brahmani esperti nei Tre Veda hanno visto Brahma da vicino, né uno dei loro maestri, né maestri dei maestri, né qualche antenato dei loro maestri fino alla settima generazione. Né odierni saggi possono dire: “Sappiamo e vediamo quando, come e dove appare Brahma.” Così ciò che dicono questi brahmani esperti nei Tre Veda è: “Insegniamo questo sentiero che conduce all’unione con Brahma che né conosciamo né vediamo, questo è l’unico retto sentiero … che conduce all’unione con Brahma.” Allora questi discorsi dei Brahmani esperti nei Tre Veda sono infondati?” “Sì, venerabile Gotama.”

In verità, Vasettha, quei brahmani esperti nei tre Veda dovrebbero essere capaci di mostrare la via ad un’unione con ciò che non conoscono né hanno mai visto! Sono come una fila di ciechi che si aggrappano l’un l’altro, dove nessuno vede niente dal primo all’ultimo—così questi brahmani esperti nei Tre Veda, dove il primo non vede nulla, così quello che sta in mezzo, così anche l’ultimo della fila. I discorsi di questi brahmani sono ridicoli, parole vuote e vane.

“Cosa pensi, Vasettha? Questi brahmani esperti nei Tre Veda possono vedere il sole e la luna come le altre persone comuni, e a mani giunte pregano, venerano ed adorano il sole e la luna quando sorgono?” “Sì, venerabile Gotama.”

“Cosa pensi, Vasettha? Questi brahmani esperti nei Tre Veda, che possono vedere il sole e la luna come le altre persone comuni … sono capaci di indicare la via all’unione con il sole e la luna dicendo: “Questo è l’unico retto sentiero … che conduce all’unione con il sole e la luna.”? “No, venerabile Gotama.”

“Quindi, Vasettha, tu affermi che i brahmani non sono capaci di indicare la via verso l’unione con ciò che hanno visto, ed inoltre dici che nessuno di loro, né i loro discepoli, né i loro antenati fino alla settima generazione non hanno mai visto Brahma, e dici inoltre che anche gli antichi saggi, le cui parole sono profondamente rispettate, non sanno dove, come e quando appare Brahma. Quindi ciò che dichiarano questi brahmani risulta infondato?” “Sì, venerabile Gotama.”

“Molto bene, Vasettha. In realtà quei brahmani esperti nei Tre Veda dovrebbero essere capaci di mostrare la via ad un’unione con ciò che non conoscono né hanno mai visto! Proprio come se un uomo dicesse: “Quanto desidero, quanto amo la donna più bella del mondo!” E la gente gli chiedesse: “Bene, caro amico, questa bellissima donna, che tu tanto ami e desideri, sai se è di nobile famiglia o una Brahmana, o di umili origini?” E lui: “No.”

Di nuovo la gente gli chiedesse: “Bene, caro amico, questa donna più bella del mondo, che tu tanti ami e tanto desideri, sai il suo nome, o il nome di famiglia, se è alta, bassa o di media statura, se è nera, bruna o bianca di carnagione, o in quale città, villaggio o paese vive?” E lui: “No.” E la gente: “Allora, caro amico, non conosci né hai mai visto questa donna che tu tanto ami e tanto desideri?” E lui: “Sì.”

Ora cosa pensi, Vasettha? Stando così le cose le parole di quell’uomo risultano sciocche?” “In verità, Gotama, sì. Le parole di quell’uomo sono sciocche!”

come v. 18

“Proprio come, Vasettha, se un uomo costruisse una scala in un incrocio di quattro strade per salire su un palazzo. E la gente gli dicesse: “Bene, buon amico, questo palazzo su cui hai posto una scala per poter salire, sai se è ad oriente, a sud, a occidente, o a nord?Se è alto o basso o di media grandezza?” E lui dicesse: “No.”

E la gente: “Allora, caro amico, stai costruendo una scala per salire in un palazzo che non conosci e non hai mai visto?” “Sì.”

Ora cosa pensi, Vasettha? Stando così le cose le parole di quell’uomo risultano sciocche?” “In verità, Gotama, sì. Le parole di quell’uomo sono sciocche!”

come verso 18.

“Ed ancora, Vasettha, se questo fiume Acivarati fosse pieno d’acqua tanto da straripare. Ed un uomo dall’altra parte della riva cercasse di attraversarlo. E, rimanendo su una riva, invocasse l’altra riva, dicendo: “Vieni, avvicinati o riva! Vieni da questa parte!” Ora che pensi, Vasettha? La riva del fiume Acivarati si avvicinerebbe all’altra riva per le invocazioni e le suppliche dell’uomo?”

“Certo che no, Gotama!”

“Allo stesso modo, Vasettha, i brahmani esperti nei Tre Veda, omettendo la pratica di quelle qualità che realmente rendono un uomo un brahmano, ed adottando la pratica di quelle qualità che realmente rendono gli uomini dei non-brahmani in questo modo: “Ti invochiamo Indra, Soma, Varuna, Isana, Pajapati, Brahma, Mahiddhi, Yama.” In realtà, Vasettha, quei brahmani esperti nei tre Veda, omettendo … dei non-brahmani, pregando, invocando, sperando e lodando non saranno mai, dopo la morte, alla dissoluzione del corpo, uniti con Brahma!

Proprio come se, Vasettha, il fiume Aciravati fosse pieno d’acqua tanto da straripare. Ed un uomo su una riva, legato ed incatenato con le mani dietro la schiena, dovesse attraversarlo per giungere sulla riva opposta. Ora cosa pensi, Vasettha, sarebbe capace quell’uomo di giungere sulla riva opposta del fiume Acivarati?”

“Certamente no, Gotama!”

“Allo stesso modo, Vasettha, vi sono cinque realtà che conducono all’avidità, che nella Disciplina degli Arahat, vengono chiamate “catene” o “legami”. Quali cinque?

“Forme percepibili dall’occhio; forme desiderabili, gradevoli, piacevoli, attraenti, accompagnate da avidità e che procurano piacere. Suoni dello stesso tipo percepibili dall’orecchio. Odori dello stesso tipo percepibili dal naso. Sapori dello stesso tipo percepibili dalla lingua. Elementi dello stesso tipo percepibili dal corpo tramite il tatto. Queste cinque realtà che predispongono al desiderio sono chiamate, nella Disciplina degli Arahat, “catene” o “legami”. E,Vasettha, i brahmani esperti dei Tre Veda sono infervorati ed attaccati a queste cinque realtà, senza vederne il pericolo e la loro inaffidabilità, anzi godendone.

Ed in verità, Vasettha, quei Brahmani esperti nei Tre Veda, omettendo … come prima attaccati a queste cinque realtà che predispongono al desiderio, a loro infervorati, a loro attaccati, senza vederne il pericolo e la loro inaffidabilità, anzi godendone, non saranno mai, dopo la morte, alla dissoluzione del corpo, uniti con Brahma!

Ed ancora, Vasettha, se questo fiume Aciravati fosse pieno d’acqua tanto da straripare. Ed un uomo su una riva fosse indaffarato cercando di attraversarlo con la testa interamente coperta. Ora cosa pensi, Vasettha, sarebbe capace quell’uomo di attraversare il fiume Acivarati?”

“Certamente no, Gotama!”

“Allo stesso modo, Vasettha, vi sono questi cinque Ostacoli, che nella Disciplina degli Arahat, sono chiamati “impedimenti”, “ostacoli”, “grovigli”. Quali cinque? L’ostacolo del desiderio sensoriale, l’ostacolo della cattiva volontà, l’ostacolo della pigrizia e del torpore, l’ostacolo dell’inquietudine e rimorso, l’ostacolo del dubbio.

Questi sono i Cinque Ostacoli, Vasettha, che nella Disciplina degli Arahat, sono chiamati “impedimenti”, “ostacoli”, “grovigli”. Ora da questi Cinque Ostacoli, Vasettha, i brahmani esperti nei Tre Veda sono offuscati, ostacolati, impediti e aggrovigliati.

In realtà, Vasettha, quei brahmani esperti nei Tre Veda, omettendo … come prima offuscati, ostacolati, impediti e aggrovigliati da questi Cinque ostacoli non saranno mai, dopo la morte, con la dissoluzione del corpo, uniti con Brahma!

Ora cosa pensi, Vasettha, di ciò che hai ascoltato da anziani e venerabili Brahmani, maestri dei maestri? Brahma possiede mogli e ricchezze?”

“No, Gotama.”

“La sua mente è piena di odio o priva di odio?”

“Priva di odio, Gotama.”

“La sua mente è piena di malvagità o priva di malvagità?”

“Priva di malvagità.”

“La sua mente è pura o impura?”

“Pura, Gotama.”

“E’ padrone di sé o no?”

“E’ padrone di sé.”

“Ora cosa pensi, Vasettha, i brahmani esperti nei Tre Veda possiedono mogli e ricchezze?”

“Sì, Gotama.”

“Le loro menti sono piene di odio o ne sono prive?”

“Sono piene di odio, Gotama.”

“Agiscono con malvagità o no?”

“Con malvagità, Gotama.”

“Sono puri o impuri?”

“Impuri, Gotama.”

“Sono padroni di se stessi?”

“No, Gotama.”

“Quindi tu affermi, Vasettha, che i brahmani possiedono mogli e ricchezze e Brahma no. Ci possono essere delle affinità, allora, tra i brahmani con mogli e ricchezze e Brahma che non possiede nulla?”

“Certamente no, Gotama.”

“Molto bene, Vasettha. In realtà questi brahmani esperti nei Tre Veda, ricchi e uniti in matrimonio, non saranno mai, dopo la morte, alla dissoluzione del corpo, uniti con Brahma!

Quindi, Vasettha, tu affermi anche che i brahmani esperti nei Tre Veda possiedono menti con odio e malvagità, hanno menti velate e senza controllo, mentre Brahma è privo di odio e malvagità, di mente pura e padrone di sé. Ora ci possono essere delle affinità, allora, tra i brahmani e Brahma?”

“No di certo, Gotama.”

“Molto bene, Vasettha. Questi brahmani esperti nei Tre Veda con menti piene di odio e di malvagità, immorali e senza controllo, non saranno mai, dopo la morte, con la dissoluzione del corpo, uniti con Brahma!

Così,Vasettha, i brahmani, esperti nella loro sapienza dei Tre Veda, mentre siedono (nella fede) sprofondano (nella melma); e così sprofondando giungono nell’afflizione, credendo di approdare in una terra felice.

Perciò la triplice saggezza dei brahmani, sapienti dei loro Tre Veda, è chiamata un arido deserto, la loro triplice saggezza è chiamata una giungla impenetrabile, la loro triplice saggezza è chiamata immoralità!”

Sentite queste parole, il giovane brahmano Vasettha disse al Beato: “Mi è stato detto che l’asceta Gotama conosce la via che conduce all’unione con Brahma.”

“Cosa pensi, Vasettha, Manasakata è vicina o distante da qui?”

“E’ qui vicino, Gotama.”

“Ora, Vasettha, immagina un uomo nato e cresciuto a Manasakata, che non ha mai lasciato Manasakata e la gente gli chiedesse la strada per Manasakata. Quell’uomo, nato e cresciuto a Manasakata, avrebbe dei dubbi o delle difficoltà?”

“Nessun dubbio, Gotama! Perché è nato e cresciuto a Manasakata, ed ogni strada che conduce a Manasakata gli è perfettamente familiare.”

“Quell’uomo, Vasettha, nato e cresciuto a Manasakata, se gli viene chiesto la strada per Manasakata, potrebbe anche avere dei dubbi o delle difficoltà, ma se viene chiesto al Tathagata il sentiero che conduce al mondo di Brahma, non avrà nessun dubbio o difficoltà. Perciò, Vasettha, io conosco Brahma, il mondo di Brahma, ed il sentiero che conduce al mondo di Brahma. Sì, conosco anche chi è entrato e chi è ci è rinato nel mondo di Brahma!”

Dopo queste parole, Vasettha, il giovane brahmano, disse al Beato: “Mi è stato riferito che l’asceta Gotama conosce il sentiero che conduce all’unione con Brahma. Bene! Possa il venerabile Gotama mostrarci il sentiero che conduce all’unione con Brahma. Possa il venerabile Gotama salvare la casta dei brahmani!”

“Allora ascolta attentamente, Vasettha. Vado a parlare.”

“Così sia, Signore!—disse il giovane brahmano Vasettha.

Allora il Beato iniziò a parlare e disse: “Quando un Tathagata sorge nel mondo … come, vv.43-75.

E con la sua mente pervade ovunque il mondo intero con pensieri d’amore.

Proprio come, Vasettha, un potente trombettiere fa sentire il suono del suo strumento in tutte le quattro direzioni senza alcuna difficoltà; persino in quelle realtà che hanno vita e forma, senza distinzioni, abbraccia tutti con la sua mente colma d’amore. Questo, Vasettha, è il sentiero che conduce all’unione con Brahma.

E con la sua mente pervade ovunque il mondo intero con pensieri di amorevolezza, simpatia, equanimità.

Proprio come, Vasettha, un potente trombettiere fa sentire … come prima abbraccia tutti con la mente colma di amorevolezza, simpatia, equanimità. Questo, Vasettha, è il sentiero che conduce all’unione con Brahma.

Ora cosa pensi, Vasettha, il monaco che vive in questo modo possiede donne e ricchezze?”

“No, venerabile Gotama.”

“Sarà pieno di odio o privo di odio?”

“Privo di odio, Gotama.”

“La sua mente sarà piena di malvagità o priva di malvagità?”

“Priva di malvagità, Gotama.”

“La sua mente sarà pura o impura?”

“Pura, Gotama.”

“Sarà padrone di sé?”

“Certamente, Gotama.”

Allora, Vasettha, tu affermi che il monaco che ha abbandonato la vita domestica e gli affanni mondani è come Brahma. Quindi vi sono delle affinità tra un monaco e Brahma?”

“Sì, Gotama.”

“Molto bene, Vasettha. Allora, Vasettha, il monaco che ha abbandonato la vita domestica per l’ascetismo, dopo la morte, alla dissoluzione del corpo, si unirà a Brahma.

Inoltre, Vasettha, tu affermi che il monaco è privo di odio, di malvagità, con una mente pura e padrone di sé; e che anche Brahma sia privo di odio, di malvagità, con una mente pura e padrone di sé. Allora quel monaco privo di odio, di malvagità, con una mente pura e padrone di sé, dopo la morte, alla dissoluzione del corpo si unirà a Brahma!”

Sentite tali parole, i giovani brahmani Vasettha e Bharadavja si rivolsero al Beato e dissero: “Magnifico, Signore! Straordinario! Proprio come se si rivoltasse ciò che era capovolto, si rivelasse ciò che era nascosto, si mostrasse la via a chi si era smarrito, o si recasse una luce nell’oscurità in modo che chi ha occhi possa vedere le forme, allo stesso modo il Beato—con vari metodi—ha reso chiaro il Dhamma. Noi prendiamo rifugio nel Beato, nel Dhamma, e nella comunità dei monaci. Possa il maestro Gotama accettarci come suoi discepoli, da questo giorno e per tutta la vita.”