Dīgha Nikāya
Mahāgovinda Sutta
19. Il Bodhisatta Mahāgovinda
Una volta il Sublime soggiornava presso Rajagha, sul Picco dell’Avvoltoio. Al finir della notte, il gandhabba Pancasikka, dopo aver illuminato il Picco dell’Avvoltoio, si avvicinò al Sublime, lo riverì e, sostando da parte, disse: “Signore, desidero riferirti ciò che ho visto e sentito in presenza dei deva dei Trentatrè.” “Dimmi allora, Pancasikka.”—rispose il Sublime.
“Signore, alcuni giorni fa, sul finire della stagione delle piogge, i deva dei Trentatrè radunatosi gioivano affermando che i deva erano in crescita, mentre gli asura erano in declino. Allora Sakka declamò questi versi:
“I deva dei Trentatrè gioiscono, assieme al loro capo,
lodando il Tathagata e il vero Dhamma,
osservando i nuovi deva, che retti e gloriosi
avendo vissuto la vita santa, ora godono di una buona rinascita.
Offuscando per gloria e splendore tutti gli altri,
i discepoli dell’Onnisciente così hanno scelto.
Vedendo questo, i deva dei Trentatré gioiscono, assieme al loro capo,
lodando il Tathagata e il vero Dhamma.
Perciò, Signore, i deva dei Trentatrè gioiscono ancor di più, dicendo: “I deva sono in crescita e gli asura sono in declino!”
“Allora Sakka, notando la loro contentezza, disse ai deva dei Trentatrè: “Gradireste, gentiluomini, ascoltare otto testimonianze in omaggio al Sublime?”—constatando la loro approvazione, così dichiarò:
“Cosa pensate, miei signori dei Trentatrè? Riguardo al sentiero che il Sublime ha indicato per il beneficio di molti, per la felicità di molti, colmo di compassione per il mondo, per il benessere e la gioia di deva ed uomini—non è mai esistito un maestro di tale natura, sia in passato sia ora, come il Sublime.
Il Sublime ha ben illustrato ciò che è giusto e ciò che è errato, ciò che è biasimevole e ciò che non lo è, quale sentiero seguire e quale no, cosa è fondamentale e cosa è nobile, cosa è stolto e cosa è saggio. Nessuno mai ha proclamato queste verità … se non il Sublime.
Il Sublime ha ben illustrato ai suoi discepoli il sentiero che conduce al Nibbana, i quali, insieme, si fondono, come le acque del Gange e dello Yamuna si congiungono e scorrono insieme. Nessuno mai ha proclamato queste verità … se non il Sublime.
Il Sublime ha reso migliori i seguaci, sia i saggi sia coloro che, avendo vissuto la vita santa, hanno eliminato ogni impurità, e il Sublime dimora con loro, beneficiando della stessa meta. Nessuno mai ha proclamato queste verità … se non il Sublime.
I doni offerti al Sublime sono ben elargiti, salda è la sua gloria, tanto che, così io credo, i Khatthiya continueranno ad essere a lui devoti, e il Sublime accetta ogni offerta senza alcuna alterigia. Nessuno mai ha proclamato queste verità … se non il Sublime.
Il Sublime agisce come parla e parla come agisce. Nessuno mai ha proclamato queste verità … se non il Sublime.
Il Sublime ha trasceso il dubbio, andando oltre ogni “come” e “perché”, ha raggiunto il suo scopo riguardo alla sua meta e alla suprema vita santa. Nessuno mai ha proclamato queste verità … se non il Sublime.”
E quando Sakka ebbe appena proclamato queste otto testimonianze in lode al Sublime, i deva dei Trentatré gioirono ancor di più, colmi di felicità e delizia per ciò che avevano sentito in lode al Sublime.
Poi alcuni deva dichiararono: “Se soltanto quattro Buddha nascessero al mondo per insegnare il Dhamma come il Beato! Ciò sarebbe per il beneficio e la gioia di molti, compassionevoli verso il mondo, per il benessere e la felicità di esseri umani e divini!” Ed altri dissero: “Non c’è bisogno di quattro Buddha pienamente illuminati, tre sono sufficienti!”—mentre altri ancora affermarono: “Non c’è bisogno di tre, ne bastano due!”
A queste parole Sakka replicò: “E’ impossibile, gentiluomini, non potrà mai accadere che due Buddha pienamente illuminati possano nascere contemporaneamente in un solo mondo. Non potrà mai essere. Possa il Beato vivere a lungo, ancora per molti anni, immune da malattia ed affanni! Ciò sarebbe per il beneficio e la gioia di molti, compassionevole verso il mondo, per il benessere e la felicità di esseri umani e divini!”
Quindi i deva dei Trentatré si consultarono ed insieme deliberarono la ragione per cui si erano riuniti nella Sala Sudhamma, e i Quattro Grandi Re acconsentirono senza muoversi dai loro posti:
“I Re saggi, hanno esaltato ogni parola detta,
calmi, sereni, fermi ai loro posti.”
Apparve un forte bagliore che annunciava la venuta di Brahma. Ognuno offrì il proprio posto sperando che Brahma lo accettasse.
Allora Brahma Sanankumara, disceso dal proprio regno celeste e notando il loro piacere, recitò questi versi:
“I deva dei Trentatré gioiscono, assieme al loro capo …” come prima
La voce di Brahma Sankumara possedeva otto qualità.
Quindi i deva dei Trentatré dissero a Brahma Sankumara: “Grande Brahma, noi ci allietiamo per ciò che abbiamo appena ascoltato. Sakka, signore dei deva, ci ha appena dichiarato otto testimonianze in lode del Sublime, perciò ci rallegriamo.” Poi Brahma disse a Sakka: “Signore dei deva, ci piacerebbe ascoltare queste otto testimonianze in lode del Sublime.” “Molto bene, Grande Brahma.”—rispose Sakka e ripetè quelle otto testimonianze:
“Cosa pensate, Grande Brahma, ecc.? Brahma Sanakumara si rallegrò e gioì colmo di piacere e felicità a quelle parole dette in lode del Sublime.
Brahma Sanakumara assunse una forma grossolana e apparve come Pancasikka. Poi, dopo essersi seduto a gambe incrociate, chiese ai deva dei Trentatré: “Per quanto tempo il Sublime è stato l’unico a possedere l’imperante saggezza?”
C’era una volta un re di nome Divampati. Il suo consigliere era un bramano chiamato il Ciambellano. Il figlio del re era un giovane di nome Renu, mentre il figlio del Ciambellano si chiamava Jotipala. Il Principe Renu e Jotipala, assieme ad altri sei Khattiya, formavano un gruppo di otto saggi amici. Tempo dopo il Ciambellano morì, e il Re Divampati era molto addolorato: “Ahimè, proprio quando gli avevamo affidato tutti i nostri affari, e noi ci abbandonavamo ai piaceri sensuali, che costui è morto!”
Sentendo i lamenti del re, il Principe Renu disse: “Sire, non si addolori per la morte del Ciambellano. Suo figlio Jotipala è intelligente e capace negli affari reali quanto suo padre. Potreste affidargli tutti gli affari gestiti da suo padre.” “Dici il vero, ragazzo mio?” “Sì, mio signore.”
Quindi il Re fece chiamare un uomo e gli disse: “Vieni qui, buon uomo, recati dal giovane Jotipala e digli che il Re desidera vederlo.” “Va bene, Maestà.”, rispose l’uomo, poi consegnò il messaggio. Avuto il messaggio, Jotipala disse: “Va bene.”, e si recò dal Re. Una volta al cospetto del re, lo salutò con rispetto, e si sedette a lato. Il Re disse. “Vogliamo affidarti i nostri affari, Reverendo Jotipala. Non rifiuti. Occuperete il posto di vostro padre e vi nominerò Ciambellano del Re.” “Va bene, Maestà.”, rispose Jotipala.
Quindi il Re Divampati nominò Jotipala Ciambellano Reale al posto del padre. Una volta insediatosi, Jotipala condusse gli affari del regno come suo padre. Portò a compimento ogni impegno lasciato dal padre, come nessun altro. Così la gente diceva: “Questo bramano è un ottimo Ciambellano! E’ un Gran Ciambellano!” Per questo motivo il giovane bramano Jotipala era conosciuto come il Gran Ciambellano.
Un giorno il Gran Ciambellano si recò dai sei saggi amici e disse: “Il Re Disampati è in età avanzata oramai, vecchio, sotto il peso degli anni. E’ prossimo alla fine e non vivrà a lungo. Chi può sapere quanto tempo si vive? Quando morirà il Re Disampati, saremo lieti di consacrare come suo successore fosse il Principe Renu. Per questo motivo dovreste andare dal Principe Renu, gentiluomini, e dirgli: “Siamo gli amici fidati e cari del Principe Renu, e dividiamo i momenti felici e tristi. Il nostro Re Disampati è in età avanzata oramai, vecchio, sotto il peso degli anni. Quando morirà il Re Disampati, saremo lieti di consacrare come suo successore fosse il Principe Renu. Se il Principe Renu dovesse ottenere il potere sovrano, lasciate che egli lo divida con noi.”
“Bene, signore.”, risposero i sei saggi, e si recarono dal Principe Renu e riferirono le parole del Gran Ciambellano. “Bene, signori, chi, a parte me, dovrebbe prosperare se non voi? Se, signori, otterrò il potere sovrano, lo dividerò con voi.”
A suo tempo il Re Disampati morì, e i consiglieri di corte nominarono come suo successore il Principe Renu. Divenuto Re, Renu si abbandonò ai piaceri sensuali. Poi il Gran Ciambellano si recò dai sei saggi e disse: “Signori, ora che il Re Disampati è morto, il Principe Renu è diventato Re, e appena divenuto re si abbandona ai piaceri dei sensi. Cosa succederà? I piaceri dei sensi sono velenosi. Dovreste andare da lui e dirgli: “Re Disampati è morto, e voi, Principe Renu, siete diventato Re. Avete dimenticato la parola data, Sire?”
E loro così fecero, ed il Re rispose: “Signori, non ho dimenticato la parola data. Chi è capace di dividere questo potente regno, così vasto al nord e così piccolo come la parte anteriore di un carro al sud, in sette parti uguali?” “Solo il Gran Ciambellano, Sire.”
Così il Re Renu mandò un uomo dal Gran Ciambellano per dirgli: “Mio signore, il Re vuole vederla.” L’uomo eseguì l’ordine ricevuto, e il Gran Ciambellano si presentò al Re, dopo averlo salutato, si sedette a lato. Poi il Re disse: “Mio Gran Ciambellano, dividi questo potente regno, così vasto al nord e così piccolo come la parte anteriore di un carro al sud, in sette parti uguali.” “Molto bene, Sire.”, rispose il Gran Ciambellano, e così fece.
La regione centrale al Re Renu:
Dantapura ai Kaliga, Potaka agli Assaka,
Mahissati agli Avanti, Roruka ai Sovira.
Mithila ai Videha, Campa agli Anga,
Benares ai Kasi, così divise il regno.
I sei saggi erano contenti dei loro rispettivi profitti: “Abbiamo ottenuto ciò che volevamo e desideravamo.” Satthabu, Brahmadatta, Vessabhu e Bharata, Renu e i due Dhatarattha, costoro erano i sette regnanti Bharat.
Fine della prima parte di recitazione
Poi i sei saggi si recarono dal Gran Ciambellano e gli dissero: “Gran Ciambellano, come siete un amico fidato ed amato dal Re Renu, così lo siete con noi. Perciò vi affidiamo i nostri affari! Siamo certi di una vostra approvazione.” Così costui amministrò i beni dei sette re, inoltre insegnò i mantra a sette illustri Bramani e a 700 discepoli esperti.
Con il trascorrere del tempo il Gran Ciambellano acquisiva sempre più meriti: “Il Gran Ciambellano riesce a vedere Brahma con i propri occhi, gli parla direttamente e con lui si consulta!” Ma egli pensava: “Ho acquisito molti meriti, tanto che, dicono, riesco a vedere Brahma con i miei occhi, …, ma tutto ciò non è vero. Comunque sia, ho sentito dire da anziani ed esperti bramani, maestri dei maestri, che meditando durante i quattro mesi della stagione delle piogge, e sviluppando l’assorbimento sulla compassione, si possa vedere Brahma con i propri occhi, parlare con lui direttamente e con lui consultarsi. E se lo facessi?”
Così il Gran Ciambellano si recò dal Re e riferì del suo intento di vivere isolato in ritiro per sviluppare l’assorbimento sulla compassione. “Nessuno deve venire da me tranne per portarmi il cibo.” “Gran Ciambellano, i tuoi desideri saranno rispettati.”
Anche i sei saggi erano d’accordo: “Gran Ciambellano, i vostri desideri saranno rispettati.”
Poi si recò dai sette Bramani e dai 700 discepoli e riferì loro delle sue intenzioni: “Signori, continuate a recitare i mantra che avete ascoltato ed imparato, e insegnateli ad altri.”” “Gran Ciambellano, i vostri desideri saranno rispettati.”
Poi si recò dalle sue 40 mogli di eguale rango, ed anche loro dissero: “Gran Ciambellano, i vostri desideri saranno rispettati.”
Così il Gran Ciambellano, avendo fatto costruire una nuova dimora nella zona orientale della città, lì si ritirò in solitudine per i quattro mesi della stagione delle piogge per sviluppare l’assorbimento sulla compassione; e nessuno doveva vederlo tranne che per portargli il cibo. Ma passati i quattro mesi di meditazione, non avendo nulla conseguito, provò soltanto stanchezza e frustrazione: “Eppure ho sentito dire … Invece non vedo nessun Brahma con i miei occhi, né parlo o mi consulto con lui!”
Nello stesso momento Brahma Sanankumara lesse i suoi pensieri, e come un uomo robusto che in un attimo stende il suo braccio piegato e ripiega il suo braccio teso, scomparve dal mondo di Brahma e riapparve davanti al Gran Ciambellano. Il Gran Ciambellano, di fronte a quella visione inaspettata, si impaurì e si spaventò. E così preso da paura e tremante, con i capelli irti dalla paura, indirizzò a Brahma questi versi:
“O splendida, gloriosa e divina visione,
chi sei, Signore? Sarei felice di sapere il vostro nome.”
“Nei regni celesti da tutti sono conosciuto
come Brahma Sannkunara.”
“Un posto a sedere, ed acqua per i piedi, e dolci
sono attinenti ad un Brahma. Voglia il Signore
decidere la migliore ospitalità.”
“Accettiamo il dono offerto:ora esprimi
ciò che da noi desideri—un beneficio
in questa vita, o nella prossima.
Dica, Signor Ciambellano, cosa desidera.”
Quindi il Gran Ciambellano pensò: “Brahma Sanankunara mi offre un beneficio. Cosa devo scegliere? Un beneficio in questa vita o nella prossima?” Poi di nuovo pensò: “Sono esperto di benefici in questa vita, perciò molti cercano i miei consigli. E se chiedessi dei benefici nella prossima vita?” Quindi indirizzò questi versi a Brahma:
“Questo chiedo a Brahma Sanankunara,
Dubbioso, a colui che ha solo certezze,
come possono i mortali
raggiungere il mondo di Brahma?”“Quell’uomo che elimina ogni pensiero tendente al possesso,
solitario, ardente, compassionevole,
lontano da miasmi, senza cupidigia—
così saldo nella pratica,
un mortale può raggiungere il mondo di Brahma.”
“Così comprendo: “Eliminare ogni pensiero tendente al possesso.” Questo vuol dire che colui che rinuncia ad ogni possesso, piccolo o grande, lascia i familiari, pochi o molti, e, dopo aver tagliato barba e capelli, abbandona la casa per intraprendere la vita ascetica. Così comprendo: “Eliminare ogni pensiero tendente al possesso.” Così comprendo: “Solitario, ardente.” E cioè quando ci si ritira in solitudine o si dimora nella foresta, ai piedi di un albero, in una caverna, in una grotta, in un campo aperto, nella giungla o all’aria aperta … Così comprendo: “Compassionevole.” E cioè chi dimora inondando una direzione cosmica con una mente colma di compassione, poi una seconda, una terza, una quarta direzione cosmica. Così coprendo il mondo intero, sopra, sotto, in ogni parte, ovunque, con una mente colma di compassione, immensa, illimitata, libera da odio e malevolenza. Così comprendo: “Compassionevole.” Ma le parole del Signore “lontano da miasmi” non le ho comprese.
“Cosa intendi, Brahma, per “miasmi” fra l’umanità?
Perdona la mia ignoranza, o Sapiente.
Quale ostacolo provoca il puzzare e il marcire
in un uomo tanto da escluderlo dal reame di Brahma?”“Rabbia, menzogne, frodi ed inganni,
cupidigia, orgoglio e gelosia,
desiderio, dubbio e recare danno ad altri,
avidità ed odio, stupore ed illusione:
i disgustosi miasmi che questi emanano
esclude un uomo dal reame di Brahma.”
“Così ho compreso le parole del Signore sui miasmi, queste cose non sono facili da superare se si vive la vita di famiglia. Quindi abbandonerò la vita di famiglia per intraprendere la vita ascetica.” “Gran Ciambellano, fai ciò che desideri.”
Così il Gran Ciambellano si recò dal Re Renu e disse: “Sire, vi prego di affidare i vostri affari ad un altro ciambellano. Io desidero lasciare la casa per intraprendere la vita ascetica. Dopo aver sentito le parole di Brahma sui ‘miasmi’ del mondo, ho compreso che non sarà facile superarli vivendo la vita di famiglia, perciò ho deciso di intraprendere la via dell’ascetismo:
“Re Renu, signore di questo regno,
ti annuncio che da solo devi governare,
io non sarò più il tuo fidato consigliere!”“Se ti manca qualcosa, io provvederò,
se qualcuno vuole nuocerti, le mie guardie reali ti proteggeranno.
Tu padre mio, io figlio tuo, Ciambellano, ti prego rimani!”“Non mi manca nulla, nessuno vuole nuocermi,
nessuna voce umana ho sentito, a casa non posso rimanere.”
“Nessun essere umano? Allora chi ti chiama, tanto da
abbandonare la casa e tutti noi?”“Ho pensato ad un sacrificio prima di fare questa scelta,
Accendere la sacra fiamma con l’erba kusa.
Ma, ora, l’eterno Brahma mi è apparso dal suo reame.
Io ho chiesto, egli ha risposto: ora non posso più rimanere.”“Reverendo Ciambellano, credo alle tue parole. Una volta
ascoltate tali parole, non avevi altra scelta.
Noi ti seguiremo, Ciambellano, sii il nostro Maestro.
Come una gemma di beryl, nitida, trasparente,
pura, così ti seguiremo nella tua scelta.”
“Se il Reverendo Ciambellano abbandona la vita di famiglia per l’ascetismo, farò lo stesso. Ovunque andrete, io vi seguirò.”
Quindi il Gran Ciambellano si recò dai sei saggi e disse loro: “Signori, vi prego di affidare i vostri affari ad un altro ciambellano. Io desidero lasciare la casa per intraprendere la vita ascetica ….” E i sei saggi, disponendosi da parte, si consultarono: “Questi Bramani sono avidi di denaro. Forse possiamo convincerlo offrendogli del denaro.” Così, si avvicinarono e gli dissero: “Signore, c’è molta ricchezza in questi sette regni. Prendi ciò che vuoi.” “Signori, ho ricevuto già abbastanza ricchezza da voi. La verità è che, come ho appena spiegato, voglio lasciare la vita di famiglia per intraprendere l’ascetismo.”
Di nuovo i sei saggi si consultarono, tenendosi da parte: “Questi Bramani sono avidi di donne. Forse possiamo convincerlo mettendogli a disposizione altre donne.” Così, si avvicinarono e gli dissero: “Signore, questi sette regni sono pieni di donne. Scegli la preferita.” “Signori, ho già 40 mogli, e le voglio lasciare perché, come ho appena spiegato, desidero abbandonare la vita di famiglia per intraprendere l’ascetismo.”
“Se il Reverendo Ciambellano abbandona la vita di famiglia per l’ascetismo, noi faremo lo stesso. Ovunque andrete, noi vi seguiremo:
“Se rinunciate ad ogni concupiscenza che mantiene gli uomini vincolati,
praticate, per essere saldi e pazienti!
Questo è il retto sentiero, l’incomparabile sentiero,
il sentiero di verità, il benefico sentiero,
che conduce al Reame di Brahma.
Pertanto, Gran Ciambellano, attendete soltanto sette anni, e poi anche noi abbandoneremo la casa per l’ascetismo. Ovunque andrete, noi vi seguiremo.”
“Signori, sette anni sono troppi, non posso aspettare sette anni! Chi può sapere quanto tempo ancora si vive? La prossima rinascita può essere molto vicina, dobbiamo imparare con i mezzi della saggezza, dobbiamo fare ciò che è giusto e vivere la vita santa, perché ciò che nasce non è immortale. Ora bisogna intraprendere la vita ascetica, come ho appena spiegato.”
“Allora, Gran Ciambellano, attendete solo sei anni … cinque anni … quattro anni … tre anni … due anni … un anno, e poi anche noi abbandoneremo la casa per l’ascetismo. Ovunque andrete, noi vi seguiremo.”
“Signori, un anno è troppo lungo …” “Allo attendete sette mesi …”
“Signori, sette mesi sono troppo lunghi …” “Allora attendete sei mesi, … cinque mesi, … quattro mesi, … tre mesi, … due mesi, … un mese, … mezzo mese …”
“Signori, mezzo mese è troppo lungo …” “Allora, Reverendo Ciambellano, attendete soltanto sette giorni, il tempo di lasciare i nostri regni ai nostri eredi. Alla fine dei sette giorni noi abbandoneremo la casa per l’ascetismo. Ovunque andrete, noi vi seguiremo.”
“Va bene, signori, aspetterò sette giorni.”
Poi il Gran Ciambellano si recò dai sette Bramani e dai loro 700 discepoli esperti, e disse loro: “Reverendissimi, dovete trovarvi un altro maestro che insegni voi i mantra. Ho deciso di lasciare la vita di famiglia per l’ascetismo. Dopo che Brahma mi ha parlato dei ‘miasmi del mondo ’, i quali non possono essere superati vivendo la vita domestica, intraprenderò la vita ascetica.” “Reverendo Ciambellano, non prendete questa decisione! Vi sono piccoli vantaggi e modesti poteri vivendo la vita ascetica, mentre grandi poteri e molti vantaggi vi sono nella vita di un Bramano!” “Non dite queste cose, signori!D’altronde chi ha più poteri e vantaggi di me? Io sono come un re per i re, come Brahma per i Bramani, come un deva per i capifamiglia, e rinuncerò a tutto questo per vivere la vita ascetica, come vi ho appena spiegato.” “Se il Gran Ciambellano lascia la vita domestica per l’ascetismo, noi faremo lo stesso. Ovunque andrete, noi vi seguiremo.”
Poi il Gran Ciambellano si recò dalle sue 40 mogli e disse: “Ognuna di voi può ritornare alla propria famiglia ed ambire ad un altro marito. Ho deciso di lasciare la vita di famiglia per l’ascetismo.” “Voi solo vogliamo come marito. Se il Reverendo Ciambellano lascia la vita domestica per l’ascetismo, noi faremo lo stesso. Ovunque andrete, noi vi seguiremo.”
Quindi il Gran Ciambellano, alla fine dei sette giorni, dopo aver tagliato capelli e barba ed indossato la veste gialla, lasciò la vita domestica per l’ascetismo. E con lui seguirono la vita ascetica i sette re Khattiya, i sette ricchi ed illustri Bramani con i 700 discepoli esperti, le sue 40 mogli, migliaia di Khattiya, migliaia di Bramani, migliaia di capifamiglia con il loro seguito di donne.
E così, seguito da questa comunità, il Gran Ciambellano errò fra villaggi, città e capitali. Ed ogni volta che giungeva in un villaggio o in una città, egli era come un re per i re, come Brahma per i Bramani, come un deva per i capifamiglia. E in quei giorni, chiunque starnutiva o inciampava, usava dire: “Lode al Gran Ciambellano! Lode al Ministro dei Sette!”
E il Gran Ciambellano dimorò inondando una direzione cosmica con una mente colma di compassione, poi una seconda, una terza, una quarta direzione cosmica. Così coprendo il mondo intero, sopra, sotto, in ogni parte, ovunque, con una mente colma di compassione, … con una mente colma di gioia altruistica, … con una mente colma di equanimità … libera da odio e malevolenza. In questo modo insegnò ai suoi discepoli il sentiero per raggiungere il mondo di Brahma.
E tutti coloro che furono discepoli del Gran Ciambellano ed avevano pienamente penetrato i suoi insegnamenti, dopo la morte, alla dissoluzione del corpo, rinacquero nei mondi celesti, nel mondo di Brahma. Mentre coloro che non avevano pienamente penetrato i suoi insegnamenti o sono rinati fra i deva Paranimmita-Vasavatti, fra i deva Nimmarati, fra i deva Tusita, fra i deva Yama, fra i deva dei Trentatré, oppure fra i deva dei Quattro Grandi Re. Il reame minore da loro raggiunto fu quello dei gandhabba. Così il sentiero seguito da tutte queste persone non fu per nulla povero e infruttuoso, anzi fu fruttuoso e vantaggioso.
“Ricordate questo, Signore?” “Sì, Pancasikka. In quel tempo ero io il Bramano, il Gran Ciambellano, ed io ho insegnato a quei discepoli il sentiero per raggiungere il mondo di Brahma.
Comunque, Pancasikka, quella vita santa non conduce al disincanto, al distacco, alla cessazione, alla pace, alla retta conoscenza, all’illuminazione, al Nibbana, ma offre soltanto una buona rinascita nel mondo di Brahma, mentre la mia vita santa conduce infallibilmente al disincanto, al distacco, alla cessazione, alla pace, alla retta conoscenza, all’illuminazione, al Nibbana. Questa mia vita santa è il Nobile Ottuplice Sentiero, e cioè: retta visione, retto proposito, retto discorso, retta azione, retto modo di vita, retto sforzo, retta presenza mentale, retta concentrazione.
E, Pancasikka, quei miei discepoli che hanno pienamente penetrato il mio insegnamento hanno ottenuto la retta conoscenza, eliminando le impurità in questa stessa vita, la pura liberazione di mente e cuore. Mentre quei miei discepoli che non hanno pienamente penetrato il mio insegnamento, alcuni mediante la distruzione dei cinque inferiori legami rinasceranno spontaneamente raggiungendo il Nibbana senza mai ritornare in questo mondo; altri mediante la distruzione dei tre legami e rimuovendo avidità, odio ed illusione rinasceranno una sola volta in questo mondo soltanto per porre fine alla sofferenza; ed altri ancora mediante la distruzione dei tre legami ‘entreranno nella corrente’, incapaci di soffrire, sicuri di raggiungere l’illuminazione. Perciò il sentiero seguito da tutte queste persone non è per nulla povero e infruttuoso, anzi è fruttuoso e vantaggioso.
Così parlò il Sublime, e il gandhabba Pancasikka si deliziò e si rallegrò delle parole del Sublime. Così, dopo averlo salutato con rispetto, svanì da quel luogo.