Dīgha Nikāya

Sonadanda Sutta

4. Sonadanda

Così ho sentito. Un tempo il Sublime era in viaggio fra gli Anga con una grande comunità di circa cinquecento monaci e arrivò a Campa. A Campa si stabilì allo stagno del loto di Gaggara. A quel tempo il Bramano Sonadanda viveva a Campa, un luogo popoloso, ricco di vegetazione, di boschi, di acqua e mais, a lui donato dal Re Seniya Bimbisara del Magadha come dono reale e con poteri reali.

I bramani e i capifamiglia di Campa avevano sentito dire: “L’asceta Gotama dei Sakya, che ha lasciato il clan dei Sakya per l’ascetismo, è in viaggio fra gli Anga … e si è stabilito allo stagno del loto di Gaggara. Così dicono di lui: “Questo Signore Benedetto è un Arahant, un Perfettamente e Completamente Illuminato, con perfetta conoscenza e condotta, il Glorioso, conoscitore del cosmo, maestro insuperabile di coloro che vogliono essere istruiti, maestro di esseri umani e divini, un Buddha, un Beato. Egli proclama questo mondo con i suoi dei, i suoi Mara, i suoi Brahma, i suoi asceti e i suoi bramani, i suoi re e le sue genti, dopo averlo conosciuto da solo mediante la perfetta conoscenza. Egli insegna il Dhamma ammirevole all’inizio, nel mezzo e alla fine. Egli proclama la vita santa nella sua completezza ed essenza, interamente perfetta, colma di purezza. “Sarebbe utile conoscere questo Arahant. Quindi i bramani e i capifamiglia di Campa, andarono allo stagno di loto di Gaggara.

Nel frattempo, il Bramano Sonadanda era sulla sua veranda per trascorrere il resto del giorno. Notando tutti i Bramani e i capifamiglia avviarsi verso lo stagno del loto di Gaggara, ne chiese ragione al suo assistente.

“Signore, si recano dall’asceta Gotama dei Sakya per conoscerlo.”

“Allora, vai dai Bramani e dai capifamiglia di Campa e riferisci loro: “Per favore aspettate gentiluomini, il Bramano Sonadanda verrà a vedere l’asceta Gotama.”

Quindi un suo assistente riferì questo messaggio ai bramani ed ai capifamiglia di Campa.

Ora in quel periodo circa cinquecento bramani di altre province si trovavano a Campa per alcuni affari e seppero che Sonadanda aveva intenzione di visitare l’asceta Gotama. Così lo chiamarono e gli chiesero se fosse vero. “E’ vero, signori, ho intenzione di visitare l’asceta Gotama.”

“Signore, non visitate l’asceta Gotama, non è opportuno! Se il Reverendo Sonadanda recherà visita all’asceta Gotama, la sua reputazione diminuirà e quella dell’asceta Gotama aumenterà. Perciò, non è opportuno che il Venerabile Sonandanda incontri l’asceta Gotama, ma piuttosto l’asceta Gotama dovrebbe incontrarlo. Il Reverendo Sonadanda è di buona famiglia da parte di madre e di padre, di nobile discendenza fino alla settima generazione, di nascita perfetta, non dovrebbe incontrare l’asceta Gotama, ma piuttosto l’asceta Gotama dovrebbe incontrarlo. Il Reverendo Sonadanda possiede grandi ricchezze e proprietà … Il Reverendo Sonadanda è uno studioso, maestro dei mantra, esperto dei Tre Veda, conoscitore delle pratiche e dei rituali, possiede i segni maggiori di un Grande Uomo. Il bramano Sonadanda è ameno, attraente, di bella carnagione, sano e simile a Brahma. E’ virtuoso, gentile, dotato di una chiara e pura parola. E’ il maestro dei maestri, insegna i mantra a trecento giovani, e molti altri, giunti da regioni e province diverse, sono desiderosi di imparare i mantra da lui. Egli è saggio, venerando, mentre l’asceta Gotama è giovane e da poco divenuto un asceta errante. Il Reverendo Sonadanda è stimato, onorato, riverito, rispettato dal Re Seniya Bimbisara e dal Bramano Pokkharasati. Vive a Campa, un luogo popoloso, ricco di vegetazione, di boschi, di acqua e mais, a lui donato dal Re Seniya Bimbisara del Magadha come dono reale e con poteri reali. Pertanto, non è opportuno che incontri l’asceta Gotama, ma piuttosto l’asceta Gotama dovrebbe incontrarlo.

A ciò Sonadanda rispose: “Ora ascoltate, gentiluomini, vi spiego perché è opportuno incontrare il Ven. Gotama, e perché non è opportuno che lui incontri noi. L’asceta Gotama è di buona famiglia, da parte di madre e di padre, di nobile discendenza fino alla settima generazione, … come v. 5. Pertanto è opportuno per noi incontrarlo. Egli ha abbandonato tutte le sue ricchezze per seguire il sentiero, nel pieno delle forze e della gioventù e si è dato alla mendicità, dopo aver tagliato capelli e barba ed aver indossato la veste gialla, ha lasciato i suoi genitori addolorati e piangenti per seguire la via dell’ascetismo. Egli è bello, … virtuoso,… di retta parola, … il maestro dei maestri. Ha abbandonato la sensualità e disperso la superbia. Egli insegna l’azione ed i frutti dell’azione, onorando il retto modo di vivere del bramano. Egli è un asceta di nobile nascita, discendente da un’illustre famiglia dei Khattiya. E’ un asceta appartenente ad una ricca famiglia, di grandi ricchezze e possessi. Le persone lo consultano giungendo da regni e terre straniere. Migliaia di Deva hanno preso rifugio in lui.

Così dicono di lui: “Questo Signore Benedetto è un Arahant, un Perfettamente e Completamente Illuminato, con perfetta conoscenza e condotta, il Glorioso, conoscitore del cosmo, maestro insuperabile di coloro che vogliono essere istruiti, … “come v.2. Egli possiede i 32 segni maggiori di un Grande Uomo. E’ gentile, amorevole, cortese, gioviale, di pura e retta parola. Egli presenzia quattro assemblee, riverito, onorato, stimato e venerato. E’ lodato da molti deva ed esseri umani. Ovunque sia, villaggi o città, quel luogo non è disturbato da esseri non umani. Ha molti discepoli e seguaci, maestro di molti, anche capi di altre dottrine lo consultano. Così dicono di lui, anche bramani ed altri asceti, perché la sua gloria è dovuta alla sua saggezza e alla sua condotta. Inoltre il Re Seniya Bimbisara del Magadha ha preso rifugio in lui, così come la moglie, il figlio, i suoi sudditi e ministri. Lo stesso il Re Pasenadi del Kosala e il bramano Pokkharasati. Da costoro egli è riverito, onorato, stimato e venerato. L’asceta Gotama è giunto a Campa e soggiorna allo stagno del loto di Gaggara. Ogni asceta o bramano giunto nella nostra regione è nostro ospite. E noi dobbiamo rendere onore, riverenza, stima e lode ai nostri ospiti. Dimorando allo stagno del loto di Gaggara, l’asceta Gotama è nostro ospite, pertanto dobbiamo trattarlo come tale. Perciò non è opportuno che lui venga da noi, ma noi dobbiamo andare da lui. Comunque tutte queste lodi sono insufficienti per l’asceta Gotama, in quanto lui è al di là di ogni lode.”

Nel sentire questo, i Bramani dissero a Sonadanda: “Signore, lei tributa molte lodi all’asceta Gotama, anche se dimora un centinaio di yojana da qui, dobbiamo venire tutti a visitare l’asceta Gotama.” Così Sonadanda si recò con molti bramani allo stagno del loto di Gaggara.

Appena attraversata la foresta, Sonadanda pensò: “Se ponessi una domanda all’asceta Gotama, egli potrebbe rispondermi in questo modo: ‘Quella, bramano, non è una domanda adatta.’, e quindi gli altri bramani potrebbero denigrarmi, dicendo: ‘Sonadanda è uno stolto, non riesce a porre una domanda adatta all’asceta Gotama.’ Se si viene denigrati da questi bramani, si perde la propria reputazione e la propria ricchezza, perché la propria ricchezza dipende dalla propria reputazione. Oppure se l’asceta Gotama dovesse pormi una domanda, la mia risposta non potrebbe soddisfarlo, ed egli potrebbe dire: ‘Bramano non hai risposto in modo giusto alla domanda.’ Quindi gli altri bramani potrebbero denigrarmi … Inoltre se, una volta giunto innanzi all’asceta Gotama, dovessi andar via senza presentarmi, questi bramani potrebbero denigrarmi …”

Quindi Sonadanda si avvicinò al Sublime, lo salutò cortesemente e si sedette ad un lato. Alcuni bramani e capifamiglia si inchinarono al Sublime, altri scambiarono cortesi saluti con lui, altri ancora lo salutarono con reverenza, altri ancora annunciarono il loro nome ed il loro clan, mentre altri si sedettero ad un lato in silenzio.

Sonadanda era seduto al suo posto molto pensieroso: “Se ponessi una domanda all’asceta Gotama, egli potrebbe rispondermi: “Quella, Bramano, non è una domanda adatta …” Se solo l’asceta Gotama mi facesse una domanda sui Tre Veda! Allora potrei dargli una risposta che lo soddisferebbe!”

Il Sublime, leggendo nella sua mente, pensò: “Questo Sonadanda è preoccupato. Gli farò una domanda di sua competenza come maestro dei Tre Veda! “Quindi chiese a Sonadanda: “Da quante qualità si riconosce un bramano? Chi può dichiarare senza alcuna falsità: ‘Io sono un bramano?’”

Allora Sonadanda pensò: “Ciò che volevo. Posso dargli una risposta molto soddisfacente.”

Alzandosi e scrutando l’assemblea disse: “Venerabile Gotama, ci sono queste cinque qualità … Quali sono? Un bramano è di proba nascita da parte di madre e di padre, di retta discendenza fino alla settima generazione, … è uno studioso esperto dei mantra, … è bello, attraente, … virtuoso, … dotto e saggio, ed è il primo o il secondo a tenere il mestolo sacrificale. Queste sono le cinque qualità di un vero bramano.”

“E’ possibile rimuovere una di queste qualità, e riconoscere un vero bramano mediante le rimanenti quattro?”

“è possibile, Venerabile Gotama. Possiamo togliere l’aspetto. Se un bramano avesse le rimanenti quattro qualità potrebbe essere riconosciuto come un vero bramano.”

“E’ possibile rimuovere una di queste quattro qualità lasciando le rimanenti tre, e riconoscere un vero bramano?”

“è possibile, Venerabile Gotama. Potremmo togliere lo studio dei mantra. Se avesse le altre tre qualità potrebbe essere riconosciuto come un vero bramano.”

“E’ possibile rimuovere una di queste tre qualità … ?”

“è possibile, Venerabile Gotama. Potremmo togliere la nascita. Se un bramano fosse virtuoso, colmo di virtù, … dotto e saggio, e fosse il primo o il secondo a tenere il mestolo sacrificale—potrebbe essere riconosciuto, senza alcuna falsità, come un vero bramano.”

A queste parole i bramani dissero a Sonadanda: “Non dite così, Sonadanda, non dite così! Il Venerabile Sonadanda sta denigrando il suo ceto, lo studio dei mantra e la nascita, sta confermando le parole dell’asceta Gotama!”

Poi il Sublime disse ai Bramani: “Se pensate che il Bramano Sonadanda non stia concentrandosi sul suo compito, stia usando parole sbagliate, stia mancando in saggezza, e non sia adatto per conversare con l’asceta Gotama, lasciatelo finire e parlate voi. Ma se pensate che sia saggio e parli propriamente lasciatelo conversare con l’asceta Gotama.”

Allora Sonadanda disse al Sublime: “Lasciatemi parlare, Venerabile Gotama. Risponderò a questa domanda.” Ai Bramani disse: “Non dite che il Venerabile Sonadanda stia denigrando il suo ceto… ed adottando le parole dell’asceta Gotama! Io non condanno il mio ceto, i mantra o la nascita.”

Ora in quell’occasione il nipote di Sonadanda, un giovane di nome Angaka, era seduto nell’assemblea e Sonadanda disse: “Gentiluomini, vedete il mio nipote Angaka?” “Sì, Signore.”

“Angaka è bello, piacevole, di carnagione chiara, in salute, e non c’è nessuno in questa riunione uguale eccetto l’asceta Gotama. Egli è un discepolo … io ero il suo maestro di mantra. Egli è di buona famiglia, … conosco i suoi genitori. Ma se Angaka uccidesse, prendesse quello che non gli è dato, commettesse adulterio, dicesse bugie e bevesse bevande intossicanti—il piacevole aspetto, i mantra o la nascita gli darebbero beneficio? Egli è un Bramano perché è virtuoso… perché è saggio… in base a questi due punti che egli realmente può dichiarare: “Io sono un Bramano.”

“Ma, un Bramano, se tralasciasse uno di questi due punti, può dichiarare: “Io sono un Bramano?” “No, Venerabile Gotama.” La saggezza è purificata dalla moralità, e la moralità è purificata dalla saggezza, dove è una, vi è l’altra, l’uomo morale possiede la saggezza e l’uomo saggio possiede la moralità, e la combinazione della moralità e della saggezza è chiamata la cosa più alta del mondo. Come una mano lava l’altra, così la saggezza è purificata dalla moralità e questa combinazione è chiamata la cosa più alta del mondo.”

“Quindi Bramano. La saggezza è purificata dalla moralità, e la moralità è purificata dalla saggezza, dove è una, vi è l’altra, l’uomo morale possiede la saggezza e l’uomo saggio possiede la moralità, e la combinazione della moralità e della saggezza è chiamata la cosa più alta del mondo. Come una mano lava l’altra, così la saggezza è purificata dalla moralità e questa combinazione è chiamata la cosa più alta del mondo.Ma qual è questa moralità e qual è questa saggezza?”

“Noi sappiamo solamente questo, Venerabile Gotama. Sarebbe bene se il Venerabile Gotama spiegasse il significato di questo.”

“Allora ascolta, Bramano, presta attenzione, ed io te lo dirò.” “Sì, Signore.”—rispose Sonadanda e il Sublime disse:

“Bramano, un Tathagata sorge in questo mondo, un Arahant, un Buddha pienamente illuminato, dotato di saggezza e condotta, Sugata, Conoscitore dei mondi, ineguagliabile Guida degli uomini che vogliono essere istruiti, Maestro di dèi ed uomini. Egli, avendo realizzato personalmente mediante la propria suprema conoscenza, proclama questo mondo con i suoi deva, i suoi Mara e Brama, i suoi re e le sue genti. Egli insegna il Dhamma ammirevole all’inizio, nel mezzo, e alla fine. Egli proclama la vita santa nella sua completezza ed essenza, interamente perfetta, colma di purezza. …

… [come Digha Nikaya 2]. … Quella, Bramano, è la moralità.

[come Digha Nikaya 2, vv. 75–95].

Così egli sviluppa la saggezza. Quella, Bramano è la saggezza.”

A queste parole, Sonadanda disse: “Magnifico,Signore, straordinario! Proprio come se si rivoltasse ciò che era capovolto, si rivelasse ciò che era nascosto, si mostrasse la via a chi si era smarrito, o si recasse una luce nell’oscurità in modo che chi ha occhi possa vedere le forme, allo stesso modo il Beato—con vari metodi—ha reso chiaro il Dhamma. Io prendo rifugio nel Maestro Gotama, nel Dhamma, e nella comunità dei monaci. Possa il Venerabile Gotama accettarmi come seguace laico che ha preso in lui rifugio, da questo giorno e per tutta la vita. E possa il Venerabile Gotama ed il suo ordine di monaci accettare un pasto da me domani!”

Il Sublime acconsentì in silenzio. Poi Sonadanda, notando il suo assenso, salutò il Sublime, passò dalla sua destra e uscì. All’alba, preparò dell’ottimo cibo nella sua casa, e quando fu pronto annunciò: “Venerabile Gotama, è ora; il pasto è pronto.”

E il Signore, alzatosi di mattina presto, si vestì e, dopo aver preso mantello e scodella, si recò con il suo Ordine di monaci alla casa di Sonadanda, dove si sedette al posto preparato. E Sondando servì dell’ottimo cibo, grezzo e raffinato, al Buddha ed ai monaci fin quando non fossero sazi. Poi quando il Signore ebbe mangiato e fu sazio, ponendo la mano sulla scodella, Sonadanda prese uno sgabello basso e si sedette ad un lato. Quindi disse al Signore:

“Venerabile Gotama, se nell’entrare durante la riunione mi fossi alzato ed avessi salutato il Signore, l’assemblea mi avrebbe denigrato. In quel caso la mia reputazione sarebbe stata offuscata, e in questo stato ne avrei molto sofferto …

Poi il Sublime, dopo aver istruito Sonadanda con un discorso sul Dhamma, averlo esortato, entusiasmato e deliziato, si alzò dal proprio posto e andò via.